IL LINGUAGGIO UOMO / CANE – Prima parte

Educare il cane significa consentirgli di apprendere ciò che ci aspettiamo da lui e viceversa.

Dobbiamo inoltre concepire da subito che il cane non deve rappresentare per noi una terapia antistress o un giocattolo. Ritenere che tutto ciò che è gradito a noi debba essere condiviso anche da lui è un errore su cui riflettere.

Egli possiede cognitivamente una propria capacita intellettiva, una dignità, è capace di atti di coraggio e di bontà a volte superiore a quella umana.

Sa intuire e interpretare più di quanto non ci si aspetterebbe. Distingue i passi del suo possessore, comprende se lo stato d’animo dei componenti della famiglia sia diverso dal solito, distingue se si tratta per lui di un giorno di festa vedendosi attorniato da più membri della famiglia che gli riservano un diverso giorno di gioco.

Possiede per sua natura un linguaggio che, noi come lui, dobbiamo reciprocamente imparare per ottenere rispettoso giusto reciproco equilibrio comportamentale.

Pretendere sia in grado di comprendere quella miriade di parole che gli rivolgiamo durante la giornata è un errore che spinge il possessore a giudicare caparbiamente il proprio cane se non esegue ciò che gli è stato chiesto.

Col tempo e l’esperienza, il cane imparerà non solamente a riconoscere quelle parole = suoni con abituali tonalità della voce, ma ulteriore linguaggio associato alla nostra gestualità con cui a volte ci esprimiamo.

Il tono della voce ha la massima importanza nella comunicazione col cane, e lo dimostra il fatto che se lo rimproverassimo con tono giocoso egli probabilmente scodinzolerebbe ugualmente felice di assecondarci.

Al contrario manifesterebbe timore e sottomissione se lo invitassimo al gioco con tono di rimprovero. Lo confonderemmo in un istante con limitata possibilità di immediato recupero.

Da evitare assolutamente di intendere educarlo al rispetto delle regole ricorrendo a coercitivi atteggiamenti da inutile leader, solo perché consapevoli che non reagirebbe nei nostri confronti

E’ importante che tra cane e possessore si instauri un corretto rapporto. L’uomo è leader riconosciuto ma con l’obbligo di proteggere e istruire il proprio cane come farebbe un capo-branco in natura. Il cane dal canto suo, gli si affida dimostrando obbedienza e fedeltà.

IL LINGUAGGIO UOMO / CANESeconda parte

Esaminiamo l’atteggiamento diseducativo dimostrato dal proprio cane che per ragioni impellenti si è concesso il piacere di espletare il bisognino in casa.

Questo può accadere spesso se si ritiene che il tempo a sua disposizione debba forzatamente essere cronometrico o risicato ad una o due brevi uscite giornaliere.

Quando commette ovviamente questa incongruenza ci si sente giudici nel condannarlo per il misfatto e quindi, avanti con l’ardua sentenza ricorrendo ingiustamente ad una sonora sgridata che non servirà a nulla se non si cambierà opinione in merito alle sue esigenze, ottenendo invece di contro, un effetto passivo nella comunicazione perché egli considera un suo diritto servirsi del suo territorio in alternativa alla disponibilità di una migliore area erbosa.

Stesso dicasi nel caso di aggressione ad un passante.

Rimproverarlo è totalmente errato. Un soggetto con l’indole del morso facile lo si deve cercare di neutralizzare prevenendone doverosamente conseguendo alla soluzione della sua indole mediante un programma correttivo di recupero comportamentale.

Se lo si agguanta con un gesto di ira ricoprendolo di rimproveri urlando e gesticolando, si corre il rischio di incattivirlo ancor più imitando la sua stessa indole. Questo perché?

Perché un cane morsicatore tende ad apprendere ogni possibile segnale di incoraggiamento a proseguire fiero nel suo istinto aggressivo, e quindi il possessore di un cane che rimproverandolo nervosamente imita il medesimo atteggiamento aggressivo, non fa altro che mostrare la sua potenziale bravura nel confrontarsi col proprio cane trasmettendogli la sua compartecipazione al gesto appena compiuto.

Quindi meglio assumere una forma educativa equilibrata e ferma da responsabile leader, invitando il proprio cane ad assumere la posizione di Terra o Seduto in vista ad un avvicinamento occasionale di un passante o altro potenziale stimolo premiandone con una leccornia la sua obbedienza, o in alternativa, deviandone la direzione prevedibile dell’altro soggetto.

Il cane assocerà in breve tempo il mancato avvicinamento aggressivo alla figura prima ostile, grazie a importanti strategie educative.

 

 

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